Usini, chiesa di Santa Maria de S′Ena Frisca, oggi di Santa Croce, XII sec.
Quando avvenne lo spopolamento ed il progressivo abbandono dei villaggi confinanti, Usini riuscì comunque a sopravvivere, resistendo alle micidiali epidemie di peste che falcidiarono i sardi del medioevo. Tutto ciò grazie alla proverbiale caparbietà dei suoi abitanti ed alla loro incrollabile fede religiosa, che li condusse, tra il XII ed il XIII secolo, sotto la spinta dei monaci benedettini inviati in Sardegna su richiesta dei Giudici di Torres, alla edificazione delle chiese di San Giovanni Battista, di Santa Maria de S′Ena Frisca (oggi di Santa Croce) e di San Pietro. Quest′ultima fu sede parrocchiale nel cinquecento e successivamente finì per cadere in rovina; già nel settecento il complesso religioso fu sede degli oratori di Santa Croce e della Madonna del Rosario ed ospitò le rispettive confraternite; nei primi decenni dell′ottocento l′intera struttura, ormai fatiscente, venne demolita per lasciare spazio alla costruzione della attuale chiesa parrocchiale, dedicata alla Natività di Maria Vergine e terminata nel 1825.
Quelli del Medioevo furono anni terribili, segnati da miserie e povertà assolute. Altissimo fu il tasso di mortalità tra le popolazioni del Logudoro. In tutto questo tempo ed in particolare nei secoli di dominazione spagnola, anche Usini conobbe la sottomissione del giogo feudale, esercitata, a partire dal XIV secolo, dalle potenti famiglie dei Centelles, baroni di Osilo e dei Cano-Cedrelles, baroni di Usini.
Con l′ordinamento feudale le vecchie curatorie giudicali cessarono di esistere e i villaggi che ne avevano fatto parte vennero assegnati ai feudatari stranieri che si erano maggiormente distinti durante le guerre di conquista del regno. Dopo essere stato un possedimento di alcuni esponenti della famiglia genovese dei Malaspina, il villaggio di Usini venne concesso in feudo dal re d′Aragona al nobile valenzano Gilalberto Centellels, altrimenti chiamato Bernardo di Rivosecco, con il titolo di barone di Osilo. La baronia di Osilo comprendeva a quel tempo, oltre al castello e al borgo osilese, anche i villaggi di Usini. Ittiri, Ossi, Tissi, Muros e Uri.